Tortrice del garofalo

Regno: Animalia
Phylum: Arthropoda
Classe: Insecta
Ordine: Lepidoptera
Famiglia: Tortricidae
Genere: Cacoecimorpha
Specie: Cacoecimorpha pronubana H.
Nome comune: Tortrice mediterranea del garofano

 

 

 

 

 

 

 

 

Si tratta di un lepidottero originario delle regioni del Mediterraneo, diffuso ormai in gran parte d’Europa, soprattutto in Italia, dove è presente praticamente ovunque.

Gli adulti presentano ali anteriori di un caratteristico colore cannella. Nei maschi, si possono osservare alcune particolarità, come una fascia basale ben evidente, anche se talvolta assente, e una fascia mediana dalla forma triangolare molto acuta, il cui vertice tocca il margine costale e si dirige verso l’angolo esterno inferiore. Questa fascia si fonde con una banda marginale, creando un disegno a "V". Nelle femmine, invece, il disegno è meno marcato: la fascia mediana è appena accennata e la banda marginale è sostituita da una macchia scura, posizionata all’angolo apicale. Un’altra differenza tra i due sessi è nell’apertura alare: i maschi raggiungono i 14-18 mm, mentre le femmine sono leggermente più grandi, con un’apertura alare di 16-24 mm.

Le uova, di forma lenticolare e di colore verde, vengono deposte in ovature sovrapposte, che possono contenere da 15 a 200 elementi, dal quale fuoriescono le larve che presentano una colorazione che va dal verde-giallastro al verde smeraldo, con il capo e lo scudo pronotale grigio-verdastri maculati di marrone. A maturità, raggiungono una lunghezza di circa 22-25 mm. Le crisalidi sono di colore bruno, lunghe circa 1 mm, e presentano un cremaster allungato con setole uncinate, dettaglio che le rende facilmente identificabili.

Questo lepidottero è noto per essere altamente polifago, il che significa che può attaccare una vasta gamma di piante. Tuttavia, la sua pianta ospite preferita è il garofano. Sui garofani, le larve delle prime età scavano all’interno delle foglie, svolgendo attività minatrice. Nelle fasi successive, invece, attaccano i germogli, legando le foglie terminali con fili sericei e provocando una caratteristica curvatura a "becco di uccello". Ma non si fermano qui: possono penetrare nei boccioli floreali, erodendo l’interno e praticando un foro rotondo nel calice per fuoriuscire. Anche su altre piante ornamentali, le larve causano danni significativi, erodendo le foglie dopo averne unito il lembo con fili sericei.

Nei climi mediterranei, questo insetto sviluppa fino a quattro generazioni all’anno. Gli adulti della prima generazione compaiono tra metà aprile e metà maggio, ma in ambienti più caldi possono sfarfallare già a marzo. Le generazioni successive si susseguono in estate, con voli principali a luglio-agosto, metà agosto-ottobre e da metà ottobre ai primi di novembre. Gli adulti sono attivi soprattutto di notte e si accoppiano poche ore dopo lo sfarfallamento. Le femmine possono deporre fino a 700 uova, distribuite in ovature sovrapposte. Lo sviluppo embrionale si completa in circa 10-15 giorni nelle migliori condizioni ambientali, mentre le larve raggiungono la maturità in circa tre settimane. Durante i periodi più freddi, però, lo sviluppo rallenta e può durare oltre due mesi. Le larve mature si incrisalidano in bozzoli sericei, pronti a dar vita agli adulti in 1-4 settimane. Lo svernamento avviene allo stadio larvale, protetto all’interno di astucci sericei tra le foglie, con una ripresa dell’attività trofica quando la temperatura supera i 9°C.