Dugongo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Sirenia
Famiglia: Dugongidae
Genere: Dugong
Specie: Dugong dugon (Müller, 1776)


Descrizione generale
Il Dugong dugon, comunemente noto come dugongo, è un grande mammifero marino erbivoro appartenente all’ordine dei Sirenia, strettamente imparentato con i lamantini e unico rappresentante vivente della famiglia Dugongidae. La specie è famosa per la sua dieta quasi esclusivamente a base di fanerogame marine, che gli ha valso il soprannome di “mucca di mare”. Di aspetto massiccio e idrodinamico, il dugongo presenta un corpo fusiforme, una testa arrotondata con un muso pronunciato e una coda bilobata simile a quella dei cetacei. È un animale dal comportamento generalmente solitario o composto da piccoli gruppi, e ha un ruolo ecologico cruciale per il mantenimento delle praterie marine. La specie è minacciata da diversi fattori antropici che ne hanno causato un forte declino numerico in gran parte del suo areale.


Distribuzione e Habitat

Distribuzione geografica
Il dugongo è diffuso nelle acque costiere e poco profonde dell’Indo-Pacifico occidentale, dalla costa orientale dell’Africa (Mar Rosso e Mozambico) fino alle isole del Pacifico occidentale come Nuova Caledonia e Vanuatu. Le popolazioni più consistenti si trovano attualmente nelle acque settentrionali dell’Australia e nel Golfo Persico. In molte aree storiche la specie è localmente estinta o presenta densità estremamente ridotte.

Habitat preferito
I dugonghi prediligono habitat costieri protetti, come baie, lagune, estuari e aree intorno alle isole, caratterizzati da fondali sabbiosi e fangosi ricoperti di fanerogame marine (in particolare Halophila e Halodule). Queste praterie sottomarine rappresentano la principale fonte di nutrimento e sono essenziali per la loro sopravvivenza. Occasionalmente vengono osservati in zone più profonde fino a 30-40 metri, ma generalmente evitano acque aperte e prive di vegetazione.


Caratteristiche morfologiche

Dimensioni
Lunghezza corporea: 2,4–4,0 m
Peso: 250–500 kg (con individui eccezionali che possono superare i 600 kg)

Aspetto
Il corpo è allungato e massiccio, rivestito da una pelle spessa di colore grigio-ardesia, spesso ricoperta da alghe e piccoli organismi. La testa è grande con un muso largo e flessibile, adattato per brucare sul fondale marino. Gli occhi sono piccoli e situati lateralmente, mentre le narici sono posizionate dorsalmente per facilitare la respirazione in superficie. Le pinne pettorali sono corte e arrotondate, mentre la coda è bilobata e appiattita orizzontalmente, simile a quella dei delfini.

Scheletro e dentizione
Lo scheletro del dugongo è robusto e adattato al sostegno del corpo in acqua. Il cranio presenta una mascella inferiore inclinata verso il basso, caratteristica fondamentale per l’alimentazione sul fondale. La dentizione è ridotta, con due incisivi superiori nei maschi adulti che crescono in zanne visibili esternamente. I molari sono semplici e a crescita continua, ideali per triturare piante marine.


Comportamento e abitudini

Attività
I dugonghi sono generalmente diurni ma possono nutrirsi anche di notte. Passano gran parte del tempo a brucare fanerogame marine, alternando lunghi periodi di alimentazione a fasi di riposo sul fondale o in superficie. La loro velocità di nuoto è lenta, con spostamenti medi di 10 km/h, ma possono raggiungere brevi picchi di 20 km/h in caso di pericolo.

Territorialità
Non sono strettamente territoriali ma tendono a frequentare areali costanti dove la vegetazione è abbondante. Alcune popolazioni mostrano spostamenti stagionali in funzione della disponibilità delle praterie marine.

Raggruppamenti
Solitari o in piccoli gruppi familiari di 2–5 individui. Aggregazioni più numerose (fino a 100 individui) sono rare e legate a siti di alimentazione particolarmente ricchi.


Alimentazione

Dieta
Il dugongo è un erbivoro altamente specializzato:

  • Si nutre quasi esclusivamente di fanerogame marine, prediligendo specie a foglia tenera come Halophila ovalis e Halodule uninervis.

  • Può ingerire occasionalmente alghe, ma queste rappresentano una minima parte della dieta.

Adattamenti alimentari
La mascella inclinata e il labbro superiore flessibile consentono di strappare facilmente la vegetazione dal fondale. Il sistema digestivo è lungo e complesso, con fermentazione intestinale che permette di estrarre energia da piante fibrose.


Riproduzione e ciclo vitale

Accoppiamento
La riproduzione non è strettamente stagionale, ma in molte aree si osservano picchi durante i mesi più caldi. I maschi competono per l’accesso alle femmine attraverso rituali che includono inseguimenti e brevi combattimenti.

Gestazione e sviluppo
Gestazione: circa 13–15 mesi
Parto: generalmente di un solo piccolo, che alla nascita misura circa 1,2 m e pesa 30 kg. Il neonato è subito in grado di nuotare e resta strettamente legato alla madre per i primi due anni.

Maturità sessuale
Le femmine raggiungono la maturità a 6–17 anni, i maschi leggermente più tardi. La specie ha un tasso riproduttivo molto basso, con un intervallo tra i parti di 3–7 anni.

Longevità
In natura può vivere oltre 50 anni.


Ruolo ecologico
Il dugongo è una specie chiave per gli ecosistemi costieri, poiché il suo brucare mantiene sane le praterie marine, favorendone la crescita e impedendo l’accumulo di materia organica. È inoltre indicato come “specie bandiera” per la conservazione delle zone costiere tropicali.


Minacce e conservazione

Minacce principali

  • Cattura accidentale nelle reti da pesca (bycatch)

  • Perdita e degrado delle praterie marine a causa di inquinamento, costruzioni costiere e attività umane

  • Caccia diretta in alcune aree per carne, olio e zanne

  • Collisioni con imbarcazioni a motore

Stato di conservazione
IUCN Red List: Vulnerable (VU)
Il dugongo è protetto da varie convenzioni internazionali (CITES, CMS) e da leggi locali in numerosi paesi. Tuttavia, le popolazioni continuano a declinare in molte regioni, mentre in Australia e nel Golfo Persico esistono nuclei ancora relativamente stabili.

Programmi di conservazione

  • Zone marine protette e aree di ripristino delle fanerogame

  • Campagne per ridurre il bycatch e limitare il traffico nautico

  • Progetti di sensibilizzazione presso le comunità costiere


Curiosità
Il nome “dugongo” deriva dalla parola malese duyung, che significa “signora del mare” o “sirena”. Si ritiene che i dugonghi abbiano ispirato antiche leggende di sirene tra i marinai. A differenza dei lamantini, hanno una coda bilobata simile a quella dei delfini. I maschi adulti sviluppano zanne prominenti, utilizzate durante le competizioni riproduttive. Possono rimanere in immersione fino a 6 minuti, ma normalmente emergono ogni 2–3 minuti per respirare.

 

Autore: Roberto Vatore